martedì 17 giugno 2014

Le spiagge e le coste della provincia di Sassari

Le spiagge e le coste della provincia di Sassari

Sul versante ovest della penisola di Stintino ed alle spalle del Golfo di Alghero, la prima spiaggia del comune di Sassari è Porto Ferro, praticamente al confine tra i due comuni; ci si arriva prendendo proprio la strada per la cittadina catalana, superando l'incrocio per l'aeroporto e poi verso Capo Caccia, fino ad uno svincolo segnalato (sulla destra). La spiaggia è circondata da alte dune, coperte da una vasta pineta, che ne ha bloccato l'avanzata. Una piccola località sul mare che non si può assolutamente perdere è l'Argentiera. Raggiungibile percorrendo la nuova strada per Alghero (4 corsie), entrando allo svincolo per Bancali e proseguendo in direzione La Corte. Superata questa frazione si devono fare ancora 8 Km circa, prima d'incontrare Palmadula, arrivati al distributore svoltate a sinistra per l'Argentiera. Dopo un ampio tornante si trova la spiaggia di Porto Palmas, dotata dell'unico campeggio nel raggio di molti chilometri. E' un arenile fatto di candidi e levigati ciottoli, delle dimensioni di un cece. L'acqua è subito profonda, permettendo di trovare diversi punti vicino a riva da cui potersi tuffare. Attraverso un paesaggio collinare, scavato dagli antichi corsi d'acqua si arriva all'Argentiera. L'ingresso in paese è emozionante, in quanto vi si parano subito davanti i ruderi della vecchia laveria, un antico edificio minerario costruito totalmente in legno e considerato il più bel reperto industriale d'Italia. Questa preziosa testimonianza versa tuttavia in completo stato d'abbandono. L'argentiera è dotata però di un mare incantato, con due modesti arenili. A destra e a sinistra della spiaggia si dipartono due piccole stradine, tramite queste è possibile raggiungere delle incantevoli calette, inframmezzate alle irte falesie. Una di queste piccole insenature ( poche centinaia di metri a nord della spiaggia), è dotata di un vasca naturale per la quale è stata soprannominata: 'Il Lago delle Vergini'. Ritornando a Palmadula, svoltando questa volta a destra del distributore, si prosegue per circa 8 Km, fino ad arrivare alla frazione di Lampianu. Una piccola strada bianca sulla sinistra (chiedete informazioni, è difficilmente individuabile) porta ad un piccolo spiazzo, nei pressi del quale si trova la Spiaggia di Lampianu, un tranquillo angolo mai troppo affollato. Poco distante si trova l'ingresso per Rena Majore, anche questo molto difficile da individuare, inoltre per arrivarci bisogna affrontare una camminata di almeno 15 minuti attraverso un sentiero in forte discesa, da percorrere con calzature adatte. Le spiagge dell'Argentiera e di Porto Ferro, distano rispettivamente 34 e 40 Km da Sassari, è quindi necessario partire di buon ora per raggiungerle, onde evitare di passare le ore calde della giornata in macchina, attraverso strade stipate dal traffico estivo.

IL GOLFO DELL'ASINARA

Porto Torres

[caption id="attachment_3488" align="alignleft" width="266" caption="Porto Torres - spiaggia di Balai"][/caption] La città sorge nel punto in cui era stato innalzato l'importantissimo centro romano di Turris Libysonis, ma di quell'antico ed importane territorio urbano non rimangono che le vestigia, visitabili nei pressi della stazione dei treni. Il valore della colonia romana è intuibile anche dal tipo di edifici presenti e dal fatto che questa fosse collegata alla strada più importante dell'isola, la quale univa tutti i maggiori centri. Uno dei ruderi più importanti è quello del Re Barbaro nel quale, narra la leggenda, risiedeva il magistrato che ordino l'esecuzione dei martiri turritani, le prime voci del nascente cristianesimo. Alle spalle dell'area archeologica si trova il ponte romano, che attraversa il Rio Mannu; è uno dei più massicci esemplari dell'isola. La struttura venne usata regolarmente fino agli anni '80. Attualmente Porto Torres è un importante centro di collegamento marittimo tra l'isola ed il resto d'Italia, con partenze giornaliere per Genova. All'uscita dello scalo si trova la mastodontica Torre del Porto, che faceva parte del sistema difensivo innalzato lungo le coste dell'isola dagli aragonesi, per arginare le scorribande piratesche. Partendo dalla torre, attraversando il Corso Vittorio Emanuele, la via Sassari e girando intorno ai giardini tramite via Mannu, s'imbocca la via Indipendenza, alla fine della quale si trova il piccolo colle di Monte Angellu, sulla cima del quale fu edificata, nell'XI secolo, la basilica di San Gavino, tra le più alte espressioni artistiche del medioevo italiano. La chiesa è uno degli edifici romanici più importanti dell'isola, costruito agli albori dell'età giudicale. Fu innalzata su un preesistente santuario, del quale fu salvata solo una vecchia cripta, dove sono custoditi i tre sarcofaghi contenenti i resti dei santi Proto, Gianuario e Gavino, martiri durante il regno di Diocleziano. Ai santi è dedicata anche la festa più importante del paese, divisa in tre parti durante l'anno. L'appuntamento più sentito è quello di giugno, con i festeggiamenti che durano per ben tre giorni; a fianco dei tradizionali riti religiosi vengono organizzate manifestazioni culturali, sportive e musicali, oltre alla recente sagra del pesce. San Gavino è una delle maggiori feste della provincia, che richiama ogni anno migliaia di persone. Nonostante sia stata fortemente penalizzata dal polo industriale, Porto Torres è anche una località balneare. La sua spiaggia più conosciuta è Balai, ubicata a monte del lungomare. Una spiaggia più nascosta, ma d'estrema bellezza, è quella che sorge ai piedi della centrale di Fiume Santo, raggiungibile attraverso la vecchia strada per Stintino (svincolo a circa 7 Km da Porto Torres). La spiaggia fa parte del lunghissimo arenile che continua nel lido di Ezzi Mannu, il cui ingresso è ubicato a 4 Km dalla frazione di Pozzo San Nicola. Il lungo litorale è formato da granelli di quarzo finissimi, ancor più dei 'chicchi di riso' della splendida spiaggia di Is Arutas (Oristano).

Stintino

Proseguendo oltre Ezi Mannu, l'unica strada presente conduce alla punta della penisola, sulla quale sorge Stintino. Il paese nacque allorché l'Asinara fu adibita a Lazzaretto e Colonia Penale. Il suo territorio fu compreso, fino al 1988, nell'immenso comune di Sassari; da quell'anno divenne un comune autonomo. Proprio grazie ai personaggi dell'elite sassarese il piccolo borgo iniziò a diventare una rinomata località turistica, che oggi può considerarsi una tra i più importanti centri balneari del nord Sardegna. Poco prima del paese si trovano la Cala Isola dei Porri e Cala Coscia di Donna, nei pressi del Campo da Golf. Tuttavia l'accesso è consentito solo con le imbarcazioni, a meno che non siate pronti ad affrontare un'estenuante camminata, partendo da una strada sterrata alla sinistra del villaggio turistico. Sul versante opposto, nei pressi di una torre, si trova la spiaggia delle saline e poco dopo La Tonnara. [caption id="attachment_3645" align="alignleft" width="266" caption="Una delle cale più belle dell'isola dell'Asinara"][/caption] Prima di entrare a Stintino, sulla sinistra, si trova lo stagno di Casaraccio, un interessantissimo sito naturalistico, molto frequentato dagli uccelli durante la migrazione primaverile, quando la zona è praticamente deserta. Nel paese è molto interessante visitare l'area nei pressi del vecchio porto, dove si trovano ancora gran parte delle case appartenenti al borgo originario. E' notevole da vedere anche il Museo della Tonnara, una costruzione in legno che ricorda l'antica attività dei pescatori di tonno nel golfo. Superato il paese si arriva alla spiaggia della pelosa, la vera star tra tutti i litorali di Stintino, che da giugno a settembre è sempre affollatissima. Ancor prima di arrivarci, dall'alto della strada che la costeggia, si possono ammirare le sue acque trasparenti. Nel limite nord della spiaggia si trova l'antica Torre dell'Isola Piana, nome derivato dall'isolotto sul quale sorge. La caratteristica di questo litorale, a parte le acque cristalline, sta nell'avere un fondale bassissimo per oltre trenta metri dal bagnasciuga, che permette di prendere comodamente il sole rinfrescati da un pelo d'acqua, tant'è che nei giorni in cui la spiaggia è molto affollata, è impossibile individuare la linea di demarcazione tra la terraferma ed il mare.

L'isola dell'Asinara e il Parco Nazionale

[caption id="attachment_3250" align="alignleft" width="266" caption="capre sull'isola dell'Asinara"][/caption] L'Asinara è ubicata nel braccio occidentale del golfo omonimo, a meno di tre chilometri dalla Sardegna; per dimensioni è la terza delle isole minori Sarde, dopo Sant'Antioco e San Pietro. A differenza di queste e della vicina Maddalena, L'Asinara non ha sviluppato nessun centro urbano, per via dell'istituzione del Lazzaretto e della colonia penale, avvenuta nel 1885, che interdiceva l'ingresso nell'isola. I pastori ed i pescatori, che avevano iniziato una timida occupazione del posto, furono sfollati a forza. Molti di questi fondarono Stintino, mentre il resto si disperse nelle campagne della Nurra (la penisola alle spalle di Stintino). Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, l'isola svolse anche il triste ruolo di campo di prigionia, rimanendo però ai margini del conflitto, che interessò di più altri centri dello stretto, quali La Maddalena e Palau. Finiti i conflitti mondiali, l'isola continuò a svolgere solo il suo ruolo di carcere, data la chiusura del Lazzaretto. L'interdizione però non l'aveva cancellata dai cuori dei cittadini, i quali consideravano esagerato concedere tutta l'Asinara al carcere. Sul finire degli anni '70 venne avanzata la prima proposta del Parco Nazionale, ribadita con decisione sei anni più tardi. Nel 1988, la scoperta che alcuni parlamentari e funzionari ministeriali, avessero accesso all'isola per delle 'villeggiature', scatenò l'ira degli abitanti di Porto Torres, i quali presero d'assalto le zone interdette, dove il sindaco, per esaltare la protesta, fece un bagno. Nel 1991 il Senato della Repubblica incluse nell'elenco dellearee protette da istituire anche l'Asinara, tuttavia le violente stragi di Mafia dell'anno successivo, in cui perirono i Magistrati Falcone e Borsellino, affossarono nuovamente il progetto 'Parco'. Vennero infatti riattivate tutte le carceri di massima sicurezza, tra le quali l'Asinara. Passarono ancora diversi anni di trattative e proteste, ma solo dopo quasi due decenni dalla prima proposta, il parco divenne infine realtà (1997). Nel 2001 l'isola venne anche inclusa nel Santuario dei Cetacei, un accordo di protezione dei mammiferi marini firmato da Francia, Italia e Principato di Monaco. Per arrivare all'Asinara ci si può imbarcare a Stintino o Porto Torres, acquistando i biglietti direttamente sul posto, telefonando al numero verde (800-51166) oppure sfruttando il nuovissimo servizio di prenotazione via internet (http://www.parcoasinara.it/). Oltre che con le motonavi, si può arrivare sull'isola con dei mezzi privati, comunque autorizzati dal parco. Sulla terraferma ci si sposta con i mezzi pubblici, oppure è possibile affittare delle biciclette presso gli scali. I punti d'attracco sono Fornelli a sud, Cala Reale e Cala d'Oliva a nord ovest.

Da Cala Reale a Punta dello Scorno

Verso nord, si trovano gli insediamenti de La Reale, dove è ubicato il secondo approdo dell'isola. In quest'area sorgeva il Lazzaretto per le quarantene degli equipaggi colpiti da malattie contagiose. L'area fu successivamente utilizzata come residenza estiva dai Savoia, che abitavano nel Palazzo Reale posizionato esattamente davanti al molo. I locali del presidio sanitario, nei quali venivano svolte le diverse fasi della quarantena, si chiamavano periodi. Questi si trovano sparsi nell'area circostante a La Reale, distanziate diverse centinaia di metri le une dalle altre, il secondo periodo è ubicato appena oltre la frazione (est), sulla strada principale; subito dopo si trova il terzo, più noto come Trabuccato, poco distante dal quale veniva prodotto dell'ottimo vino (chiaramente dopo che il lazzaretto era già stato chiuso!). Dalla parte opposta del piccolo borgo e dei periodi (Ovest), si trova il distaccamento di Campu Perdu, nel quale è presente (leggermente a nord) l'unico sito archeologico dell'isola, che si concretizza in alcune domus de janas, grotticelle funerarie scavate dalle culture prenuragiche (vedi Archeologia). Risalendo da Trabuccato verso nord si arriva a Cala d'Oliva, terzo e ultimo approdo dell'isola. In questo punto sorgeva un vero e proprio villaggio carcerario con gli edifici della direzione, la chiesa, la scuola, l'officina, la falegnameria, il caseificio; qui per lunghi anni lavorarono i detenuti 'privilegiati', che godevano di una certa stima all'interno del carcere. Poco distante sorgeva il bunker, l'esatto opposto del resto dell'agglomerato, dove venivano ospitati i criminali più pericolosi, tra i quali il capomafia Totò Riina ed il camorrista Raffaele Cutolo. Tutto il nord è un punto di altissimo interesse naturalistico, spostandosi verso ovest si arriva ad Elighe Mannu, dove sorge l'Osservatorio Botanico ed in cui si trova l'unico bosco dell'isola. Questo è il punto di partenza per le salite a Punta Scomunica (408 m.), la cima più alta dell'isola. Sempre da Cala d'Oliva si può arrivare fino al faro di Punta dello Scorno, approfittandone per fare una visita a Cala d'Arena con la sua bellissima spiaggia. E' VANTAGGIOSO: Calcolare bene la lunghezza delle escursioni è di fondamentale importanza, quasi tutti i tracciati sono di diversi chilometri e non sempre in pianura. Se non siete sicuri, chiedete al personale addetto, risparmierete tempo e fatica.

Sorso

Il centro dista appena dieci chilometri da Sassari, nella quale ha subito una sorta d'integrazione, tant'è che in molti testi vengono citati congiuntamente. Sorso divide con il capoluogo anche la Spiaggia di Platamona, chiamata in questo tratto Marina di Sorso. Sulla strada che congiunge il paese alle spiagge si trova, sulla destra, la deviazione per Monte Cau, un importante sito nuragico e punico. All'interno del paese si trova la parrocchiale di San Pantaleo, progettata dallo scultore e architetto Antonio Cano, famoso in tutta l'isola per opere come la cattedrale di Nuoro. Nel seicento il paese venne dotato di una fontana, costruita ad imitazione di quella sassarese del Rosello (vedi: Il Detto). Il Detto: 'Ma hai bevuto dalla fontana della Billellera'' Questa simpatica espressione era un modo tutto sassarese per domandare a qualcuno se fosse un po' tocco. In realtà il detto fu forgiato in un periodo di forte concorrenza tra i due paesi quando, tra i vari sfottò, a Sassari si sparse la voce che bere l'acqua di Sorso facesse diventare matti come i suoi abitanti. Allorquando il Barone Deliperi fece costruire l'artistica ed elegante fonte, questa venne inserita nella massima.

Sennori

Il paese sorge sulla strada tra Sassari e Sorso, dal quale dista appena due chilometri. Dal 1400 i due paesi iniziarono ad avere una storia parallela, vivendo entrambe sotto il governo del medesimo feudatario. Nel centro storico sorge il Palazzo Vecchio, in origine era il Castello di Ozula, che nel 1600 venne trasformato in un palazzo aristocratico. San Pietro è la parrocchiale del paese, costruita nel XV secolo ma modificata successivamente e dotata di un campanile. Alla parrocchiale è collegata una piccola chiesa campestre, costruita nell'anno mille, dove ogni anno, a fine giugno, si svolge la festa di San Giovanni. Poco distante dall'abitato sorge la Tomba di Oridda, un importante testimonianza prenuragica.

Valledoria, Santa Maria Coghinas, Badesi e Trinità d'Agultu''

Prima di entrare nel paese di Valledoria s'incontra, nei pressi della foce del fiume Coghinas, la spiaggia di San Pietro a Mare, nome derivato dalla piccola chiesa campestre che la sovrasta. Il paese sorge nei pressi dell'antica città romana di Ampurias (vedi Storia), ma la nascita del borgo odierno è dovuta all'imponente opera della diga sul Coghinas. L'opera favorì lo sviluppo di piccoli centri agricoli tra i quali La Muddizza, La Ciaccia, Viddanoa e Codaruina nel quale, quando le frazioni si organizzarono nel comune autonomo di Valledoria (1961), fu istituita la sede amministrativa. In queste borgate era compresa anche Santa Maria Coghinas, divenuta comune autonomo nel 1983 e nel cui territorio sorgono i resti di Casteldoria, un borgo fortificato ormai in rovina, del quale rimane in piedi solo una delle torri. Dal promontorio su cui sorge l'antico fortilizio si gode un panorama unico su tutta la vallata del Coghinas, da questo punto si può partire anche per un'escursione nell'entroterra, seguendo il corso del fiume. Ai piedi del castello si trovano le sorgenti termali, uno degli scorci più suggestivi del Coghinas, raggiungibili dalla strada per Viddalba, nella quale è d'obbligo la visita al museo archeologico, dove sono esposti reperti rinvenuti nel territorio circostante. Da questo punto in poi s'inizia ad intravedere un paesaggio a macchia che, proseguendo verso est, sarà sempre più dominato dai graniti, ad indicare l'inizio della Gallura. A sette chilometri da Valledoria, sempre sulla litoranea, si trova il piccolo centro di Badesi; per lungo tempo un paese con una fiorente economia agricola, negli ultimi anni però ha iniziato a sfruttare anche il suo potenziale turistico. Esattamente contrapposta al borgo si trova la strada che porta al lunghissimo arenile di Li Lunchi, prosieguo naturale della spiaggia di Valledoria. A circa 5 chilometri da Badesi si trova Trinità d'Agultu, paese sorto da una aggregazione di stazzi. La sua frazione marina, l'Isola Rossa, è quasi un villaggio a se, per dimensioni e per fama turistica. Il nome del sobborgo deriva dal notevole atollo granitico che sorge davanti alla Spiaggia di Rinaggiu, poco distante dal porto. Nella frazione si eleva anche la torre spagnola omonima, un'altro dei baluardi difensivi messi a punto dagli aragonesi contro le scorribande saracene. Poco prima di entrare nel borgo dell'Isola Rossa, sulla destra, si trova lo svincolo per l'attrezzata Spiaggia La Marinedda. Ritornando sulla litoranea, a circa quattro chilometri dallo svincolo per l'Isola Rossa, sulla sinistra si trova lo svincolo per Spiaggia Tinnari, sita ai piedi del monte omonimo. L'ultima spiaggia di Trinità è quella di Li Cossi, adiacente al borgo turistico di Costa Paradiso. Seppure i versanti del litorale abbiano subito una devastante urbanizzazione, la bellezza della spiaggia non ne ha risentito, anche se è meglio visitarla a giugno, prima della eccessiva baldoria di Luglio e Agosto.
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