L'Industria delle malattie
Di Alessandro Lanzani
"Il concetto di salute è in mano a Big Pharma che è la somma delle aziende che si occupano nel mondo di diagnosi, monitoraggio e terapia. Questo business vale 1.000 miliardi di dollari, di cui più di 300 destinati a attività di marketing. Ed è in questo marketing che si crea il concetto di salute o di malattia non finalizzata al benessere delle persone, ma al profitto di queste aziende. " Il Passaparola di Alessandro Lanzani, Medico, specialista in ortopedia e medicina dello sport
"Un caro saluto agli amici del blog di Beppe Grillo, sono Alessandro Lanzani, medico sportivo, mi occupo da anni di salute e di prevenzione, sono qui per un nuovo concetto di salute e di prevenzione, diverso da quello imposto "dall’industria delle malattie".
Come siamo trasformati da sani in malati? Attraverso un concetto molto semplice, l’estensione del dominio di malattie. Si prendono dei parametri vitali come la pressione arteriosa, la colesterolemia, la glicemia e si abbassano questi parametri trasformando d’amblèe milioni di persone da sani in soggetti a rischio, e da soggetti a rischio in malati. Questa è un’operazione applicata a livello globale, fatta di finanziamenti, risorse economiche a fondazioni mediche, di congressi, fino alla corruzione nei casi più gravi degli stakeholder e degli opinion leader che promuovono un nuovo concetto di malattia estesa, anche con parametri bassi che coinvolgono le linee guida, cui tutto il mondo medico dovrà adeguarsi. Nel 1984 il limite tra colesterolemia accettabile e non accettabile aveva un valore pari a 240, nel 2013 è passato a 200 e sarà ulteriormente abbassato a 180/190. E' dubbio il reale vantaggio del miglioramento di un singolo parametro, eppure si agisce così: si spezzettano i tanti valori di rischio, si attribuisce un significato di malattia a ciascuno di questi valori e ci si dimentica di un approccio globale che riguarda sia il singolo, sia l’ambiente e le condizioni di vita in cui vive. Tutto questo aumenta a dismisura il bilancio delle spese dei singoli Stati, anche l’Italia ha subito questo processo, un esempio? Un singolo fattore di rischio trasformato in malattia? Il colesterolo e una intera classe di farmaci che si occupano non di ridurre una malattia, ma un fattore di rischi: l’ipercolesterolemia. I farmaci sono le statine, ebbene dal 2003 al 2013, per le sole statine la spesa farmacologica italiana è stata di 7/8/9 miliardi.
Altri esempi. Sono stati abbassati i valori di glicemia normale: da 126 a 10 a 100; lo stesso è avvenuto con i valori di pressione arteriosa minima normale: da 90/95 degli anni '80 siamo arrivati a un 80/85. Nell’ambito della psicologia è statainventata la sindrome da deficit di attenzione. Per questa nuova malattia negli Stati Uniti sono stati messi sotto terapia milioni di bambini che hanno l’unico torto che hanno di essere vivaci e sono solo in rarissimi casi aggressivi. Alla base di tutto c’è una grande operazione di persuasione di massa. Il sistema di Big Pharma utilizza la ricerca scientifica, la congressistica, la cultura accademica fino alla comunicazione mediatica di massa, e tutto questo è finalizzato alla trasformazione di rischi in malattie, il rischio viene frammentato, moltiplicato, aumentato nel suo potenziale effetto patologico e promosso a patologia per tutti.
Dobbiamo ribaltare questa logica attraverso l’estensione del dominio di salute. Non possiamo sottovalutare i rischi, ma l’operazione incongrua è spezzettarli e trasformarli in malattie, noi dobbiamo unificare i rischi attraverso il concetto di benessere e qualità della vita, globalizzando in un approccio unico la salute che è un diritto e non un’occasione di profitto. Si può cambiare tutto con una politica pubblica che abolisce il profitto dalla salute. Bisogna incidere alla radice del concetto di salute. La salute è qualità della vita, è ambiente, è lavoro, è tempo libero, risorse economiche per poter avere cura della propria persona. La salute è una politica pubblica di servizio al cittadino che esclude le logiche di profitto e che dà qualità e quantità della vita.
Quali sono le linee guida, gli strumenti operativi per questo grande cambiamento?
- riappropriarsi della ricerca scientifica e delle università pubbliche, per poter fissare i nuovi parametri di questa salute
- riappropriarsi del servizio sanitario pubblico, abolendo le convenzioni con le strutture private
- riappropriarsi di una comunicazione diretta con i cittadini, utilizzando i nuovi strumenti come Internet, per fare informazione, formazione e prevenzione
e tutto questo messo a regime farebbe risparmiare una quantità di denaro enorme, dandoci davvero una qualità della vita. Passateparola!"
Clicca qui per approfondire l'argomento della settimana Testo di Alessandro Lanzani
Come siamo trasformati da sani in malati? Attraverso un concetto molto semplice, l’estensione del dominio di malattie. Si prendono dei parametri vitali come la pressione arteriosa, la colesterolemia, la glicemia e si abbassano questi parametri trasformando d’amblèe milioni di persone da sani in soggetti a rischio, e da soggetti a rischio in malati. Questa è un’operazione applicata a livello globale, fatta di finanziamenti, risorse economiche a fondazioni mediche, di congressi, fino alla corruzione nei casi più gravi degli stakeholder e degli opinion leader che promuovono un nuovo concetto di malattia estesa, anche con parametri bassi che coinvolgono le linee guida, cui tutto il mondo medico dovrà adeguarsi. Nel 1984 il limite tra colesterolemia accettabile e non accettabile aveva un valore pari a 240, nel 2013 è passato a 200 e sarà ulteriormente abbassato a 180/190. E' dubbio il reale vantaggio del miglioramento di un singolo parametro, eppure si agisce così: si spezzettano i tanti valori di rischio, si attribuisce un significato di malattia a ciascuno di questi valori e ci si dimentica di un approccio globale che riguarda sia il singolo, sia l’ambiente e le condizioni di vita in cui vive. Tutto questo aumenta a dismisura il bilancio delle spese dei singoli Stati, anche l’Italia ha subito questo processo, un esempio? Un singolo fattore di rischio trasformato in malattia? Il colesterolo e una intera classe di farmaci che si occupano non di ridurre una malattia, ma un fattore di rischi: l’ipercolesterolemia. I farmaci sono le statine, ebbene dal 2003 al 2013, per le sole statine la spesa farmacologica italiana è stata di 7/8/9 miliardi.
Altri esempi. Sono stati abbassati i valori di glicemia normale: da 126 a 10 a 100; lo stesso è avvenuto con i valori di pressione arteriosa minima normale: da 90/95 degli anni '80 siamo arrivati a un 80/85. Nell’ambito della psicologia è statainventata la sindrome da deficit di attenzione. Per questa nuova malattia negli Stati Uniti sono stati messi sotto terapia milioni di bambini che hanno l’unico torto che hanno di essere vivaci e sono solo in rarissimi casi aggressivi. Alla base di tutto c’è una grande operazione di persuasione di massa. Il sistema di Big Pharma utilizza la ricerca scientifica, la congressistica, la cultura accademica fino alla comunicazione mediatica di massa, e tutto questo è finalizzato alla trasformazione di rischi in malattie, il rischio viene frammentato, moltiplicato, aumentato nel suo potenziale effetto patologico e promosso a patologia per tutti.
Dobbiamo ribaltare questa logica attraverso l’estensione del dominio di salute. Non possiamo sottovalutare i rischi, ma l’operazione incongrua è spezzettarli e trasformarli in malattie, noi dobbiamo unificare i rischi attraverso il concetto di benessere e qualità della vita, globalizzando in un approccio unico la salute che è un diritto e non un’occasione di profitto. Si può cambiare tutto con una politica pubblica che abolisce il profitto dalla salute. Bisogna incidere alla radice del concetto di salute. La salute è qualità della vita, è ambiente, è lavoro, è tempo libero, risorse economiche per poter avere cura della propria persona. La salute è una politica pubblica di servizio al cittadino che esclude le logiche di profitto e che dà qualità e quantità della vita.
Quali sono le linee guida, gli strumenti operativi per questo grande cambiamento?
- riappropriarsi della ricerca scientifica e delle università pubbliche, per poter fissare i nuovi parametri di questa salute
- riappropriarsi del servizio sanitario pubblico, abolendo le convenzioni con le strutture private
- riappropriarsi di una comunicazione diretta con i cittadini, utilizzando i nuovi strumenti come Internet, per fare informazione, formazione e prevenzione
e tutto questo messo a regime farebbe risparmiare una quantità di denaro enorme, dandoci davvero una qualità della vita. Passateparola!"
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