Sul versante ovest della penisola di
Stintino ed alle spalle del
Golfo di Alghero, la prima spiaggia del comune di
Sassari è
Porto Ferro,
praticamente al confine tra i due comuni; ci si arriva prendendo
proprio la strada per la cittadina catalana, superando l'incrocio per
l'aeroporto e poi verso
Capo Caccia, fino ad uno
svincolo segnalato (sulla destra). La spiaggia è circondata da alte
dune, coperte da una vasta pineta, che ne ha bloccato l'avanzata. Una
piccola località sul mare che non si può assolutamente perdere è l'
Argentiera.
Raggiungibile percorrendo la nuova strada per Alghero (4 corsie),
entrando allo svincolo per Bancali e proseguendo in direzione La Corte.
Superata questa frazione si devono fare ancora 8 Km circa, prima
d'incontrare Palmadula, arrivati al distributore svoltate a sinistra per
l'Argentiera. Dopo un ampio tornante si trova la spiaggia di
Porto Palmas,
dotata dell'unico campeggio nel raggio di molti chilometri. E' un
arenile fatto di candidi e levigati ciottoli, delle dimensioni di un
cece. L'acqua è subito
profonda, permettendo di trovare
diversi punti vicino a riva da cui potersi tuffare. Attraverso un
paesaggio collinare, scavato dagli antichi corsi d'acqua si arriva
all'Argentiera. L'ingresso in paese è emozionante, in quanto vi si
parano subito davanti i
ruderi della vecchia laveria,
un antico edificio minerario costruito totalmente in legno e considerato
il più bel reperto industriale d'Italia. Questa preziosa testimonianza
versa tuttavia in completo stato d'abbandono. L'argentiera è dotata però
di un
mare incantato, con due modesti arenili. A
destra e a sinistra della spiaggia si dipartono due piccole stradine,
tramite queste è possibile raggiungere delle incantevoli calette,
inframmezzate alle irte falesie. Una di queste piccole insenature (
poche centinaia di metri a nord della spiaggia), è dotata di un vasca
naturale per la quale è stata soprannominata: '
Il Lago delle Vergini'.
Ritornando a Palmadula, svoltando questa volta a destra del
distributore, si prosegue per circa 8 Km, fino ad arrivare alla frazione
di
Lampianu. Una piccola strada bianca sulla sinistra
(chiedete informazioni, è difficilmente individuabile) porta ad un
piccolo spiazzo, nei pressi del quale si trova la
Spiaggia di Lampianu,
un tranquillo angolo mai troppo affollato. Poco distante si trova
l'ingresso per Rena Majore, anche questo molto difficile da individuare,
inoltre per arrivarci bisogna affrontare una camminata di almeno 15
minuti attraverso un sentiero in forte discesa, da percorrere con
calzature adatte. Le spiagge dell'Argentiera e di Porto Ferro, distano
rispettivamente 34 e 40 Km da
Sassari, è quindi
necessario partire di buon ora per raggiungerle, onde evitare di passare
le ore calde della giornata in macchina, attraverso strade stipate dal
traffico estivo.
IL GOLFO DELL'ASINARA
[caption id="attachment_3488" align="alignleft" width="266" caption="Porto Torres - spiaggia di Balai"][/caption] La città sorge nel punto in cui era stato innalzato l'importantissimo centro romano di
Turris Libysonis,
ma di quell'antico ed importane territorio urbano non rimangono che le
vestigia, visitabili nei pressi della stazione dei treni. Il valore
della colonia romana è intuibile anche dal tipo di edifici presenti e
dal fatto che questa fosse collegata alla strada più importante
dell'isola, la quale univa tutti i maggiori centri. Uno dei ruderi più
importanti è quello del
Re Barbaro nel quale, narra la
leggenda, risiedeva il magistrato che ordino l'esecuzione dei martiri
turritani, le prime voci del nascente cristianesimo. Alle spalle
dell'area archeologica si trova il ponte romano, che attraversa il
Rio Mannu; è uno dei più massicci esemplari dell'isola. La struttura venne usata regolarmente fino agli anni '80. Attualmente
Porto Torres
è un importante centro di collegamento marittimo tra l'isola ed il
resto d'Italia, con partenze giornaliere per Genova. All'uscita dello
scalo si trova la mastodontica
Torre del Porto, che
faceva parte del sistema difensivo innalzato lungo le coste dell'isola
dagli aragonesi, per arginare le scorribande piratesche. Partendo dalla
torre, attraversando il
Corso Vittorio Emanuele, la via
Sassari e girando intorno ai giardini tramite via Mannu, s'imbocca la
via Indipendenza, alla fine della quale si trova il piccolo colle di
Monte Angellu,
sulla cima del quale fu edificata, nell'XI secolo, la basilica di San
Gavino, tra le più alte espressioni artistiche del medioevo italiano. La
chiesa è uno degli edifici romanici più importanti dell'isola,
costruito agli albori dell'età giudicale. Fu innalzata su un
preesistente santuario, del quale fu salvata solo una vecchia cripta,
dove sono custoditi i tre sarcofaghi contenenti i resti dei
santi Proto,
Gianuario e
Gavino, martiri durante il regno di
Diocleziano.
Ai santi è dedicata anche la festa più importante del paese, divisa in
tre parti durante l'anno. L'appuntamento più sentito è quello di giugno,
con i festeggiamenti che durano per ben tre giorni; a fianco dei
tradizionali riti religiosi vengono organizzate manifestazioni
culturali, sportive e musicali, oltre alla recente sagra del pesce.
San Gavino
è una delle maggiori feste della provincia, che richiama ogni anno
migliaia di persone. Nonostante sia stata fortemente penalizzata dal
polo industriale, Porto Torres è anche una località balneare. La sua
spiaggia più conosciuta è
Balai, ubicata a monte del
lungomare. Una spiaggia più nascosta, ma d'estrema bellezza, è quella
che sorge ai piedi della centrale di
Fiume Santo,
raggiungibile attraverso la vecchia strada per Stintino (svincolo a
circa 7 Km da Porto Torres). La spiaggia fa parte del lunghissimo
arenile che continua nel lido di
Ezzi Mannu, il cui
ingresso è ubicato a 4 Km dalla frazione di Pozzo San Nicola. Il lungo
litorale è formato da granelli di quarzo finissimi, ancor più dei
'chicchi di riso' della splendida spiaggia di Is Arutas (Oristano).
Proseguendo oltre Ezi Mannu, l'unica strada presente conduce alla punta della penisola, sulla quale sorge
Stintino. Il paese nacque allorché l'
Asinara fu adibita a
Lazzaretto e
Colonia Penale.
Il suo territorio fu compreso, fino al 1988, nell'immenso comune di
Sassari; da quell'anno divenne un comune autonomo. Proprio grazie ai
personaggi dell'elite sassarese il piccolo borgo iniziò a diventare una
rinomata località turistica, che oggi può considerarsi una tra i più
importanti centri balneari del
nord Sardegna. Poco prima del paese si trovano la
Cala Isola dei
Porri e
Cala Coscia di Donna, nei pressi del
Campo da Golf.
Tuttavia l'accesso è consentito solo con le imbarcazioni, a meno che
non siate pronti ad affrontare un'estenuante camminata, partendo da una
strada sterrata alla sinistra del villaggio turistico. Sul versante
opposto, nei pressi di una torre, si trova la spiaggia delle saline e
poco dopo
La Tonnara. [caption id="attachment_3645" align="alignleft" width="266" caption="Una delle cale più belle dell'isola dell'Asinara"][/caption] Prima di entrare a Stintino, sulla sinistra, si trova lo stagno di
Casaraccio, un interessantissimo sito naturalistico, molto frequentato dagli
uccelli
durante la migrazione primaverile, quando la zona è praticamente
deserta. Nel paese è molto interessante visitare l'area nei pressi del
vecchio porto, dove si trovano ancora gran parte delle case appartenenti al borgo originario. E' notevole da vedere anche il
Museo della Tonnara, una costruzione in legno che ricorda l'antica attività dei pescatori di tonno nel golfo. Superato il paese si arriva alla
spiaggia della pelosa,
la vera star tra tutti i litorali di Stintino, che da giugno a
settembre è sempre affollatissima. Ancor prima di arrivarci, dall'alto
della strada che la costeggia, si possono ammirare le sue acque
trasparenti. Nel limite nord della spiaggia si trova l'antica
Torre dell'Isola Piana,
nome derivato dall'isolotto sul quale sorge. La caratteristica di
questo litorale, a parte le acque cristalline, sta nell'avere un fondale
bassissimo per oltre trenta metri dal bagnasciuga, che permette di
prendere comodamente il sole rinfrescati da un pelo d'acqua, tant'è che
nei giorni in cui la spiaggia è molto affollata, è impossibile
individuare la linea di demarcazione tra la terraferma ed il mare.
[caption id="attachment_3250" align="alignleft" width="266" caption="capre sull'isola dell'Asinara"][/caption] L'
Asinara
è ubicata nel braccio occidentale del golfo omonimo, a meno di tre
chilometri dalla Sardegna; per dimensioni è la terza delle isole minori
Sarde, dopo
Sant'Antioco e
San Pietro. A differenza di queste e della vicina
Maddalena, L'Asinara non ha sviluppato nessun centro urbano, per via dell'istituzione del
Lazzaretto e della
colonia penale,
avvenuta nel 1885, che interdiceva l'ingresso nell'isola. I pastori
ed i pescatori, che avevano iniziato una timida occupazione del posto,
furono sfollati a forza. Molti di questi fondarono Stintino, mentre il
resto si disperse nelle campagne della
Nurra (la
penisola alle spalle di Stintino). Durante la Prima e la Seconda Guerra
Mondiale, l'isola svolse anche il triste ruolo di campo di prigionia,
rimanendo però ai margini del conflitto, che interessò di più altri
centri dello stretto, quali
La Maddalena e
Palau.
Finiti i conflitti mondiali, l'isola continuò a svolgere solo il suo
ruolo di carcere, data la chiusura del Lazzaretto. L'interdizione però
non l'aveva cancellata dai cuori dei cittadini, i quali consideravano
esagerato concedere tutta l'Asinara al carcere. Sul finire degli
anni '70 venne avanzata la prima proposta del
Parco Nazionale,
ribadita con decisione sei anni più tardi. Nel 1988, la scoperta che
alcuni parlamentari e funzionari ministeriali, avessero accesso
all'isola per delle 'villeggiature', scatenò l'ira degli abitanti di
Porto Torres, i quali presero d'
assalto le zone interdette, dove il sindaco, per esaltare la protesta, fece un bagno. Nel 1991 il
Senato della Repubblica
incluse nell'elenco dellearee protette da istituire anche l'Asinara,
tuttavia le violente stragi di Mafia dell'anno successivo, in cui
perirono i Magistrati
Falcone e
Borsellino,
affossarono nuovamente il progetto 'Parco'. Vennero infatti riattivate
tutte le carceri di massima sicurezza, tra le quali l'Asinara. Passarono
ancora diversi anni di trattative e proteste, ma solo dopo quasi due
decenni dalla prima proposta, il parco divenne infine realtà (
1997). Nel 2001 l'isola venne anche inclusa nel
Santuario dei Cetacei, un accordo di protezione dei mammiferi marini firmato da Francia, Italia e Principato di Monaco. Per arrivare all'
Asinara
ci si può imbarcare a Stintino o Porto Torres, acquistando i biglietti
direttamente sul posto, telefonando al numero verde (800-51166) oppure
sfruttando il nuovissimo servizio di prenotazione via internet (
http://www.parcoasinara.it/). Oltre che con le
motonavi,
si può arrivare sull'isola con dei mezzi privati, comunque autorizzati
dal parco. Sulla terraferma ci si sposta con i mezzi pubblici, oppure è
possibile affittare delle biciclette presso gli scali. I punti
d'attracco sono
Fornelli a sud,
Cala Reale e
Cala d'Oliva a nord ovest.
Da Cala Reale a Punta dello Scorno
Verso nord, si trovano gli insediamenti de
La Reale, dove è ubicato il secondo approdo dell'isola. In quest'area sorgeva il
Lazzaretto
per le quarantene degli equipaggi colpiti da malattie contagiose.
L'area fu successivamente utilizzata come residenza estiva dai Savoia,
che abitavano nel
Palazzo Reale posizionato esattamente
davanti al molo. I locali del presidio sanitario, nei quali venivano
svolte le diverse fasi della quarantena, si chiamavano periodi. Questi
si trovano sparsi nell'area circostante a
La Reale,
distanziate diverse centinaia di metri le une dalle altre, il secondo
periodo è ubicato appena oltre la frazione (est), sulla strada
principale; subito dopo si trova il terzo, più noto come
Trabuccato,
poco distante dal quale veniva prodotto dell'ottimo vino (chiaramente
dopo che il lazzaretto era già stato chiuso!). Dalla parte opposta del
piccolo borgo e dei periodi (Ovest), si trova il distaccamento di
Campu Perdu,
nel quale è presente (leggermente a nord) l'unico sito archeologico
dell'isola, che si concretizza in alcune domus de janas, grotticelle
funerarie scavate dalle culture prenuragiche (vedi Archeologia).
Risalendo da Trabuccato verso nord si arriva a
Cala d'Oliva, terzo e ultimo approdo dell'isola. In questo punto sorgeva un vero e proprio
villaggio carcerario
con gli edifici della direzione, la chiesa, la scuola, l'officina, la
falegnameria, il caseificio; qui per lunghi anni lavorarono i detenuti
'privilegiati', che godevano di una certa stima all'interno del carcere.
Poco distante sorgeva il
bunker, l'esatto opposto del resto dell'agglomerato, dove venivano ospitati i criminali più pericolosi, tra i quali il capomafia
Totò Riina ed il camorrista
Raffaele Cutolo. Tutto il nord è un punto di altissimo interesse naturalistico, spostandosi verso ovest si arriva ad
Elighe Mannu, dove sorge l'
Osservatorio Botanico
ed in cui si trova l'unico bosco dell'isola. Questo è il punto di
partenza per le salite a Punta Scomunica (408 m.), la cima più alta
dell'isola. Sempre da
Cala d'Oliva si può arrivare fino
al faro di Punta dello Scorno, approfittandone per fare una visita a
Cala d'Arena con la sua bellissima spiaggia.
E' VANTAGGIOSO:
Calcolare bene la lunghezza delle escursioni è di fondamentale
importanza, quasi tutti i tracciati sono di diversi chilometri e non
sempre in pianura. Se non siete sicuri, chiedete al personale addetto,
risparmierete tempo e fatica.
Sorso
Il
centro dista appena dieci chilometri da Sassari, nella quale ha subito
una sorta d'integrazione, tant'è che in molti testi vengono citati
congiuntamente. Sorso divide con il capoluogo anche la
Spiaggia di Platamona, chiamata in questo tratto
Marina di Sorso. Sulla strada che congiunge il paese alle spiagge si trova, sulla destra, la deviazione per
Monte Cau, un importante sito nuragico e punico. All'interno del paese si trova la parrocchiale di
San Pantaleo,
progettata dallo scultore e architetto Antonio Cano, famoso in tutta
l'isola per opere come la cattedrale di Nuoro. Nel seicento il paese
venne dotato di una fontana, costruita ad imitazione di quella sassarese
del Rosello (vedi: Il Detto).
Il Detto: 'Ma hai bevuto dalla
fontana della Billellera'' Questa simpatica espressione era un modo
tutto sassarese per domandare a qualcuno se fosse un po' tocco. In
realtà il detto fu forgiato in un periodo di forte concorrenza tra i due
paesi quando, tra i vari sfottò, a Sassari si sparse la voce che bere
l'acqua di Sorso facesse diventare matti come i suoi abitanti.
Allorquando il Barone Deliperi fece costruire l'artistica ed elegante
fonte, questa venne inserita nella massima.
Sennori
Il paese sorge sulla strada tra
Sassari e
Sorso,
dal quale dista appena due chilometri. Dal 1400 i due paesi iniziarono
ad avere una storia parallela, vivendo entrambe sotto il governo del
medesimo feudatario. Nel centro storico sorge il
Palazzo Vecchio, in origine era il
Castello di Ozula, che nel 1600 venne trasformato in un
palazzo aristocratico.
San Pietro è la parrocchiale del paese, costruita nel XV secolo ma
modificata successivamente e dotata di un campanile. Alla parrocchiale è
collegata una piccola
chiesa campestre, costruita
nell'anno mille, dove ogni anno, a fine giugno, si svolge la festa di
San Giovanni. Poco distante dall'abitato sorge la
Tomba di Oridda, un importante testimonianza prenuragica.
Valledoria, Santa Maria Coghinas, Badesi e Trinità d'Agultu''
Prima di entrare nel paese di Valledoria s'incontra, nei pressi della foce del
fiume Coghinas,
la spiaggia di San Pietro a Mare, nome derivato dalla piccola chiesa
campestre che la sovrasta. Il paese sorge nei pressi dell'antica città
romana di Ampurias (vedi Storia), ma la nascita del borgo odierno è
dovuta all'imponente opera della diga sul Coghinas. L'opera favorì lo
sviluppo di piccoli centri agricoli tra i quali
La Muddizza,
La Ciaccia,
Viddanoa e
Codaruina
nel quale, quando le frazioni si organizzarono nel comune autonomo di
Valledoria (1961), fu istituita la sede amministrativa. In queste
borgate era compresa anche
Santa Maria Coghinas, divenuta comune autonomo nel 1983 e nel cui territorio sorgono i resti di
Casteldoria,
un borgo fortificato ormai in rovina, del quale rimane in piedi solo
una delle torri. Dal promontorio su cui sorge l'antico fortilizio si
gode un
panorama unico su tutta la
vallata del Coghinas,
da questo punto si può partire anche per un'escursione
nell'entroterra, seguendo il corso del fiume. Ai piedi del castello si
trovano le sorgenti termali, uno degli scorci più suggestivi del
Coghinas, raggiungibili dalla strada per
Viddalba,
nella quale è d'obbligo la visita al museo archeologico, dove sono
esposti reperti rinvenuti nel territorio circostante. Da questo punto in
poi s'inizia ad intravedere un
paesaggio a macchia
che, proseguendo verso est, sarà sempre più dominato dai graniti, ad
indicare l'inizio della Gallura. A sette chilometri da Valledoria,
sempre sulla litoranea, si trova il piccolo centro di
Badesi;
per lungo tempo un paese con una fiorente economia agricola, negli
ultimi anni però ha iniziato a sfruttare anche il suo potenziale
turistico. Esattamente contrapposta al borgo si trova la strada che
porta al lunghissimo arenile di Li
Lunchi, prosieguo naturale della spiaggia di Valledoria. A circa 5 chilometri da Badesi si trova
Trinità d'Agultu, paese sorto da una aggregazione di stazzi. La sua frazione marina, l'
Isola Rossa,
è quasi un villaggio a se, per dimensioni e per fama turistica. Il nome
del sobborgo deriva dal notevole atollo granitico che sorge davanti
alla
Spiaggia di Rinaggiu, poco distante dal porto. Nella frazione si eleva anche la
torre spagnola
omonima, un'altro dei baluardi difensivi messi a punto dagli aragonesi
contro le scorribande saracene. Poco prima di entrare nel borgo
dell'Isola Rossa, sulla destra, si trova lo svincolo per l'attrezzata
Spiaggia La Marinedda.
Ritornando sulla litoranea, a circa quattro chilometri dallo svincolo
per l'Isola Rossa, sulla sinistra si trova lo svincolo per
Spiaggia Tinnari, sita ai piedi del monte omonimo. L'ultima spiaggia di Trinità è quella di
Li Cossi,
adiacente al borgo turistico di Costa Paradiso. Seppure i versanti del
litorale abbiano subito una devastante urbanizzazione, la bellezza della
spiaggia non ne ha risentito, anche se è meglio visitarla a giugno,
prima della eccessiva baldoria di
Luglio e
Agosto.
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